Quanta distanza c’è da colmare tra i giovani e la politica? Ci sono le condizioni per far crescere un nuovo entusiasmo nelle nuove generazioni per costruire e non sognare il futuro? Sono quesiti che ci poniamo da tempo, ma se lo chiede anche un giovane Fausto Scotto di Clemente, laureato in economia a Roma, ma impegnato a dare un forte contributo socio-politico e culturale a Bacoli, nella sua terra, in uno degli angoli di bellezza naturalistica dell’area flegrea che ha bisogno di nuova linfa, energia e valorizzazione.
Il primo impegno è quello di stimolare le nuove generazioni in un’epoca di forti distanze come spiega in questo suo articolo che pubblichiamo sul nostro magazine.
In Italia, la partecipazione giovanile alla vita politica e amministrativa continua a scontrarsi con ostacoli strutturali e culturali. Mentre i giovani sembrano sempre più distanti dalla politica, le istituzioni non sempre facilitano il loro coinvolgimento. Ne è un esempio la tendenza a prorogare i mandati amministrativi senza limiti, scelta che, pur giustificata in certi contesti, rischia di ostacolare il necessario ricambio generazionale.
Essere giovani non dovrebbe rappresentare un limite, ma un’opportunità per rinnovare idee, linguaggi e metodi. La giovinezza, di per sé, non è un merito, ma è certamente una condizione che può favorire una rappresentanza più equilibrata e in sintonia con le sfide del presente. In alcune regioni, come la Sicilia, si inizia a discutere dell’introduzione di quote giovani nelle giunte comunali: una proposta che, pur non risolvendo tutti i problemi, apre un dibattito urgente e necessario.
Oggi, per molti ragazzi e ragazze, impegnarsi in politica è un lusso che pochi possono permettersi. Le difficoltà economiche, la precarietà lavorativa e l’assenza di reti di supporto rendono l’accesso alla vita pubblica difficile, se non impossibile. La politica, però, non dovrebbe essere una carriera per pochi, ma uno spazio aperto, accessibile e inclusivo. In gioco non c’è solo la rappresentanza, ma anche la capacità di una comunità di non disperdere il talento e l’energia delle nuove generazioni.
In questo contesto, esperienze come quella dei Forum dei Giovani offrono una risposta concreta. Si tratta di organismi sempre più diffusi nei Comuni italiani, pensati per promuovere la partecipazione democratica dei cittadini tra i 16 e i 34 anni. I Forum non sono gruppi simbolici, ma spazi istituzionalizzati di dialogo e proposta, in cui i giovani possono contribuire attivamente alla vita del proprio territorio.
All’interno dei Forum si discutono temi centrali come il lavoro, la sostenibilità, la cultura, l’inclusione, l’accesso ai servizi e alla formazione. Ogni proposta elaborata può trasformarsi in un progetto reale, grazie al confronto diretto con le amministrazioni locali. Ma il valore di queste esperienze non è solo operativo: è anche fortemente educativo. Partecipare a un Forum significa imparare a comprendere i meccanismi istituzionali, sviluppare competenze progettuali e comunicative, costruire una cittadinanza consapevole.
Chi crede che la politica non sia roba da giovani, dovrebbe forse rivedere la propria idea di politica. Perché la politica non è qualcosa che si subisce, ma qualcosa che si costruisce. E non esiste momento migliore per iniziare a costruire il futuro che quello in cui si comincia a immaginarlo.
L’11 maggio 2025, i giovani del Comune di Bacoli avranno un’occasione concreta per essere protagonisti: si terranno le elezioni per l’istituzione del Forum dei Giovani. Un’opportunità per votare, candidarsi e iniziare un percorso di partecipazione attiva. Perché ogni cambiamento nasce da un atto di partecipazione. E ogni atto di partecipazione rafforza la democrazia.