Era il 26 ottobre del 2013 e oltre 90mila cittadini della Terra dei Fuochi scesero in piazza per chiedere a gran voce la bonifica del territorio a fronte di un inquinamento del sottosuolo che già produceva effetti devastanti in un quadrilatero compreso tra Caivano, Giugliano, Caserta e Napoli su di un area di oltre 1000 kmq con tumori, allergie, patologie polmonari e malattie varie.
Tutto testimoniato da una popolazione decimata e da medici e scienziati i cui studi sono stati il riferimento per la sentenza che la Corte Europea per i Diritti Umani ha sancito a distanza di 12 anni, affermando l’esistenza di un rischio di morte “sufficientemente grave, reale e accertabile“.
La Corte di Strasburgo ha dato due anni di tempo all’Italia per far cessare i rischi e non esclude in futuro risarcimenti a favore dei danneggiati. Ora lo Stato dovrà provvedere alla bonifica e forse anche al risarcimento delle famiglie colpite.
È il caso di dire che: ”chi vivrà vedrà …”. Nel frattempo roghi e discariche abusive continuano ad essere presenti su un territorio martoriato da sempre, sotto lo sguardo indifferente di autorità e politici.
Ci auguriamo che finalmente si cambi registro a fronte di una sentenza di notevole rilievo giuridico.