L’arte e l’artigianato fanno parte del Dna della città di Napoli in diversi settori sociali e lavorativi, le mani dei nostri nonni e bisnonni hanno creato e realizzato in maniera autentica e senza artefizi trasmettendo il proprio mestiere anche alle future generazioni. Tutto ciò ha favorito l’estro e nello stesso tempo il lavoro, dalla scultura alla pittura, dall’arte gastronomica a quella presepiale, dall’arte musicale e recitativa. Un mondo vasto che caratterizza la storia partenopea, la rende varia e multiforme, inclusiva e ispiratrice.
E su queste tracce storiche ed ancora viventi si è soffermato il giornalista Giuseppe Giorgio autore del libro “Luigi Buommino – Lo Scultore del Bello”, edito da Homo Scrivens. Un’opera intensa e poetica che racconta la vita e l’arte di Luigi Buommino, maestro scultore capace di trasformare il legno di tiglio in opere d’arte senza tempo. Le pagine non ci consegnano solo una biografia, ma un affresco vibrante di Napoli e della sua anima immortale. Un racconto che celebra l’uomo, l’artista e la sua capacità di dare forma alla memoria collettiva di un popolo, attraverso sculture intrise di emozioni e bellezza.
Luigi Buommino, maestro della scultura lignea, diventa il filo conduttore di un viaggio nell’anima di Napoli, dalla polvere del dopoguerra al fermento culturale dei giorni nostri. Tra arte e tradizione, tra Totò e San Gennaro, la sua storia si intreccia con quella di una città che rinasce ogni giorno, sulle note della sua canzone eterna e tra le mani di chi, come lui, modella il legno e la memoria. Un percorso che, attraverso ogni scultura, ci invita a fermarci e a riflettere, a riconoscere la bellezza anche nelle pieghe più nascoste della realtà.
Giuseppe Giorgio, autore del libro, giornalista, sociologo e critico teatrale, ha compiuto un lavoro di ricerca minuzioso e appassionato, intrecciando abilmente la biografia dell’artista alla storia di una Napoli in continua trasformazione, dal dopoguerra ai giorni nostri. Attraverso uno stile narrativo avvolgente e ricco di sfumature poetiche, Giorgio ha saputo rievocare l’atmosfera di un’epoca, restituendo al lettore il profumo di una città sospesa tra tradizione e modernità, tra arte e canzone, tra sogno e realtà.