Fabrizio De Andrè disse: io considero Cristo il più grande rivoluzionario della storia. Ho bisogno – e credo che tutti abbiano bisogno – di considerarlo come uomo e di considerare “umana” tutta la sua storia. Perché se lo si considera un Dio, non si può imitare; se lo si considera un uomo, sì.
La figura di Cristo non incarna “teologie politiche e rivoluzionarie”. Gesù non legittimò mai la violenza come mezzo di attuazione del Regno di Dio in terra, lottò contro una politicizzazione della fede e contro una strumentalizzazione della religione a fini violenti, non mise in pericolo con il suo comportamento e il suo messaggio il dominio romano.
Egli non venne con la spada del rivoluzionario e il suo gesto “violento” contro i mercanti del tempio non è quello del rivoluzionario politico ma fu “una tipica azione profetica”, per cui «è impossibile interpretare Gesù come un violento», laddove «la violenza è contraria al Regno di Dio, è uno strumento dell’anticristo».
Il Cristo non era un rivoluzionario perché «non volle ribellarsi alla legge dei padri, né a quella dei padroni romani e perché il suo obiettivo fu quello di andare oltre la legge verso una nuova idea di comunità che fosse fondata sulla giustizia universale, la buona volontà e l’amore reciproco» (B. Ferrero, Gesù non era un rivoluzionario ma è venuto per “compiere” la Legge, in “L’Occidentale” del 12 aprile 2009).
Dunque visioni diverse ma entrambe valide, ma resta un Uomo con le sue fragilità e paure, la sua componente umana lo avvicina a noi tutti, mentre quella spirituale ci spinge ad essere migliori e a riflettere su tutti i nostri limiti e sui peggiori difetti umani che da sempre segnano la storia del pianeta.
Ma perché Gesù ci appare come rivoluzionario per eccellenza? Perché mette a soqquadro persino le certezze mistiche dei “santi”, facendo esperienza di tutto ciò che è elementarmente umano: condivide l’esperienza umana sino in fondo, sa cosa sia la fatica e il disagio quotidiano, il lavoro e le sofferenze della sua gente; prova sentimenti di compassione verso le folle che lo seguono, verso il lebbroso emarginato o la vedova che perde il suo unico figlio; piange quando presagisce la rovina di Gerusalemme o dinanzi alla tomba di Lazzaro; non è neutrale ma prende posizione e difende nobilmente i suoi discepoli dal potere militare che voleva insidiarli; è mite e paziente ma si indigna e non nasconde la sua amarezza di fronte a chi è duro di cuore e si rifiuta di credere persino in presenza di opere prodigiose.
Inoltre la sua morte con la Crocifissione rappresenta quel “martirio” che rende un Uomo Immortale e Riconosciuto dai posteri in un futuro senza limiti proprio come accade nella Storia Umana ed i suoi Eroi senza tempo. La Resurrezione invece conferisce all’Uomo un’aura tale da renderlo Figlio di Dio venuto sulla Terra per Affermare la Verità e Compiere la Volontà del Padre!
Ma un altro elemento che avvicina Cristo all’umanità è il vino che secondo il professor Patrick McGovern “è probabile che Gesù e gli Apostoli abbiano bevuto qualcosa di simile a un moderno Amarone”. Il vino, seppur in forme e maniere diverse, riguarda o lambisce i percorsi di tutte e tre le principali religioni monoteiste.
Per la religione ebraica il vino è elemento santificatore e portatore di letizia, la vite stessa, ritenuta sacra nell’antica Cananea, fu dagli Ebrei considerata albero messianico. La tradizione ebraica fu poi adottata dal Cristianesimo, che attribuì al vino un significato completamente nuovo, indissolubilmente legato al sangue di Cristo versato sulla croce, e segno tangibile della sua presenza nella Chiesa, mediante l’Eucarestia. Anche l’Islam si occupa del vino, che nella cultura araba – fino all’avvento di Maometto – era prodotto e consumato, specie in Palestina, per poi diventare una sostanza il cui uso viene chiaramente vietato.
Dunque l’esistenza di Gesù Cristo resta misteriosa, affascinante e senza dubbio la più Interessante, coraggiosa e discussa vita di un essere umano sul pianeta, guardandola da osservatore laico… ma la sua storia, testimoniata dagli Apostoli si eleva a Fede e resterà nei secoli affermando la Cristianità su tutto il globo.
e allora, Buona Pasqua a tutti.