A Napoli il Teatro diventa anche occasione di condivisione, beneficenza e inclusività. Per tre serate dal 28 febbraio al 2 marzo 2025 nel caratteristico Teatro dell’istituto regionale Paolo Colosimo andrà in scena “La musica dei ciechi” opera drammatica di Raffaele Viviani e con la regia di Angelo Rojo Mirisciotti che ne ha curato anche un libero adattamento musicale e teatrale.
Al termine della rappresentazione alcuni convittori e non vedenti del Colosimo si esibiranno con musiche e poesie sempre in omaggio a Viviani con il coordinamento del prof. Salvatore Torregrossa. Il ricavato delle tre serate, a cui parteciperanno anche i rappresentanti e soci del Distretto 108 di Lions Internazionale, sarà interamente devoluto all’Istituto Colosimo per contribuire a tutte le attività che da anni si svolgono a favore dei non vedenti. Inoltre sarà donato un tavolo showdown (ping pong per non vedenti) e sarà elargita una donazione ad una persona con neurodiversità.
Sarà un’occasione di piena sinergia e finalità importanti, in cui l’arte teatrale si unisce all’inclusione, la musica e la poesia alla beneficenza e solidarietà.
Ed uno dei temi che ricorre spesso nel teatro di Raffale Viviani è l’emarginazione.
Questo testo teatrale fu rappresentato da Viviani per la prima volta a Roma nel 1928 e accanto a Raffaele Viviani (Ferdinando) recitavano la sorella Luisella e gli altri attori della Compagnia Viviani: Pisano, Gigliati, Ragucci, Flocco.
La musica dei ciechi è un vero capolavoro, rappresenta sicuramente una fase drammaturgica di grande maturazione e di piena creatività.
La commedia è ambientata in un angolo del borgo Marinari, nel rione di Santa Lucia, dove sono raccolti e si esibiscono i suonatori ciechi, un’orchestrina girovaga e mendicante che alterna a celebri canzoni napoletane, teneri valzer di operetta.
I suonatori sono: Ferdinando, il contrabbassista; Don Antonio, il mandolinista; Don Lorenzo, il clarinista; Don Vincenzino, il violinista e Gennarino, il chitarrista. Questo concertino è accompagnato da Don Alfonso, cieco anche lui di un occhio, che va questuando l’obolo ai passanti. Il contrabbassista Don Ferdinando ha una moglie, Nannina, incontrata e sposata per caso. E qui non raccontiamo altro invitando i nostri lettori a scoprire di più al teatro dell’Istituto Colosimo.