Anche la conquista della pace richiede pazienza e resistenza, quasi come la guerra, ma non per questo impossibile. La pace è più che un’idea astratta: è azione concreta, è educazione al rispetto, è impegno per la giustizia sociale. È la voce di chi sceglie di costruire ponti invece di demolirli, di ascoltare invece di urlare, di includere invece di escludere.
E nel mondo, nonostante tutto, ci sono segni tangibili di questa cultura che resiste.
In Colombia, dopo decenni di conflitto armato, le comunità locali, con l’aiuto di organizzazioni internazionali, hanno avviato percorsi di riconciliazione tra ex guerriglieri e vittime, basati sul perdono e sulla memoria condivisa.
In Ruanda, dopo il genocidio del 1994, si sono creati gruppi di “giustizia comunitaria” in cui carnefici e sopravvissuti si incontrano per testimoniare e ricostruire insieme.
In Italia, tanti piccoli comuni si sono dichiarati “comuni per la pace”, accogliendo migranti, costruendo reti solidali, educando i giovani alla cittadinanza attiva.
In Ucraina e Palestina, nonostante le ferite della guerra, ci sono insegnanti, infermieri, artisti, volontari che ogni giorno scelgono la vita, la cura e la parola, portando avanti iniziative culturali e umanitarie anche sotto le bombe.
Tutti questi atti, piccoli o grandi, gridano una verità silenziosa: la pace è possibile. Ma chiede impegno, consapevolezza, coraggio. E soprattutto, chiede che si rimanga umani.
Nel frattempo, di fronte ai piccoli e grandi tentativi di conquistare la pace, arrivano dichiarazioni su fronti opposti. L’alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea Kaja Kallas, intervistata da Repubblica ha dichiarato: “Il presidente americano Donald Trump potrebbe davvero porre fine a questa guerra in brevissimo tempo
facendo pressione sulla Russia. La pressione invece è sull’Ucraina. La Russia non è un Paese democratico e Putin è un dittatore. Ma io non ho paura delle loro minacce”. Per Kallas l’Europa deve continuare ad aiutare Kiev: “Gli ucraini si stanno difendendo e non possono farlo senza munizioni. Dobbiamo aiutarli anche con le sanzioni alla Russia”.
Dagli Stati Uniti invece la Casa Bianca non ha dubbi: la Russia vuole effettivamente porre fine alla guerra in Ucraina. Lo ha ribadito nel corso di una conferenza stampa la portavoce presidenziale, Karoline Leavitt, spiegando che tale è la valutazione dopo l’incontro con Vladimir Putin e che “il presidente americano è d’accordo con lui”. Secondo Leavitt, tra il delegato di Washington e il leader del Cremlino ci sarebbe stata una “conversazione produttiva”.
La cultura della pace è una forma di resistenza quotidiana contro le scelte di pochi potenti
Ti è piaciuto l'articolo? Condividilo!
Life and News "più vita alle notizie" il nuovo magazine in sinergia con Giovani del Sud
La nostra piattaforma social Giovani del Sud si affianca al nuovo progetto editoriale Life and News Magazine, una testata on line che punta ad una visione fresca e completa del mondo contemporaneo.