Due vite e due percorsi diversi, ma legati dal filo della carità cristiana e dell’altruismo, della generosità e della solidarietà. Sono alcuni dei valori del cattolicesimo ma anche quelli della vita di Salvo D’Acquisto e di Bartolo Longo, due figure storiche che hanno caratterizzato la storia religioso, sociale e militare del nostro paese e che oggi vengono ufficialmente riconosciuti e glorificati dalla Chiesa.
Papa Francesco, nonostante la sua degenza al Policlinico Gemelli e circondato dall’affetto e dalle preghiere di milioni di fedeli nel mondo, ha voluto lasciare un’altra impronta significativa ed importante del suo pontificato, e lo ha fatto ricevendo in ospedale in udienza il Segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin e il Sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Pena Parra per autorizzare i decreti che danno il via ai processi di beatificazione e canonizzazione. Salvo D’acquisto sarà Beato e Bartolo Longo sarà Santo.
Il percorso di nomina tra i venerabili di Salvo D’Acquisto fu avviato dalla chiesa già nel 1983 quando fu annunciata dal vescovo Gaetano Bonicelli l’apertura presso l’Ordinariato militare di una causa di beatificazione che consentì anche l’assegnazione al carabiniere del titolo di “servo di Dio”.
D’Acquisto è uno dei nomi che, nella storia dell’Italia contemporanea, rappresenta un simbolo di valore, eroismo e abnegazione. La sua vicenda, che risale al periodo della Seconda Guerra Mondiale, è un esempio straordinario di coraggio e di devozione al dovere, perchè di fronte alla morte, ha scelto di sacrificarsi per salvare delle vite innocenti, rimanendo fedele ai principi di giustizia e onore.
Nato a Napoli il 15 ottobre 1920, Salvo D’Acquisto apparteneva a una famiglia di modeste origini, ma il suo senso del dovere lo portò fin da giovane ad entrare nell’Arma dei Carabinieri. Nel 1939, a soli 19 anni, Salvo D’Acquisto si arruolò come carabiniere, dopo un percorso di studi ma anche di esperienze al fronte come volontario oltre i confini italiani, il 15 dicembre 1942 conseguì il grado di vicebrigadiere e il 19 dicembre fu destinato alla stazione carabinieri ubicata nel Castello di Torre in Pietra, all’epoca una borgata rurale poco distante da Roma, dove prestò servizio durante l’occupazione nazista dell’Italia.
Il 23 settembre 1943 un gruppo di 22 persone innocenti, accusato dai tedeschi di aver compiuto un attentato contro soldati nazisti, fu oggetto di una feroce rappresaglia. Nel tentativo di individuare i responsabili, li arrestarono insieme al Vicebrigadiere Salvo D’Acquisto e li portarono presso la Torre di Palidoro per fucilarli. Proprio qui D’Acquisto prese una decisione cruciale: pur essendo innocente, si offrì di prendersi la responsabilità dell’attentato, scegliendo di sacrificarsi per salvare le vite degli altri uomini. La sua morte rimane ancora oggi un simbolo di eroismo, ma anche di sacrificio in nome della giustizia.
Diversa la vita di Bartolo Longo, ma segnata sempre dall’umiltà e da giornate trascorse al servizio degli altri e soprattutto la realizzazione di grandi opere cristiane.
Bartolo Longo nacque il 10 febbraio 1841 a Latiano, in provincia di Brindisi, e nel 1863 giunse a Napoli per completare gli studi di Giurisprudenza. In questo periodo c’è una parentesi strana della sua vita perchè attraverso amici e professori, si avvicinò al mondo dello spiritismo, ed abbandonò completamente la fede cattolica nella quale era stato educato. Grazie al professor Vincenzo Pepe ed al domenicano padre Alberto Radente, riuscì però a tornare sulla via del bene.
La sua conversione fu totale, si dedicò anima e corpo alla religione e alla carità. Per la sua miracolosa opera pompeiana contribuì notevolmente la Contessa Marianna Farnararo De Fusco che sposò nel 1885. Proprio per curare le proprietà di Marianna, Bartolo Longo giunse, nel 1872, a Valle di Pompei. E in quelle vaste campagne, mentre rifletteva sul suo passato, all’improvviso al suono delle campane a mezzogiorno si accompagnò a lui una voce: “Se propaghi il Rosario, sarai salvo!”.Capì, dunque, la sua vocazione e si propose di non allontanarsi da Valle di Pompei, senza aver diffuso il culto alla Vergine del Rosario. Cominciò col catechizzare i contadini; ristrutturò, poi, la piccola chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore, e decise, su consiglio del Vescovo di Nola, di erigere una nuova chiesa, dedicata alla Madonna del Rosario.
Il 13 novembre 1875, arrivò a Pompei la prodigiosa immagine della Vergine del Rosario. Prima da Napoli e poi, pian piano, da ogni parte del mondo, cominciarono a giungere offerte per la costruzione della nuova chiesa, la cui prima pietra fu posta l’8 maggio 1876. Il 14 ottobre 1883, ventimila pellegrini, riuniti a Pompei, recitarono per la prima volta la Supplica alla Vergine del Rosario, sgorgata dal cuore di Bartolo Longo, in risposta all’Enciclica Supremi Apostolatus Officio (1° settembre 1883).
Due figure storiche del Sud, provenienti da umili tradizioni e valori familiari, sono pronte quindi ad ergersi con la loro immagine sulla facciata del Vaticano per la celebrazione ufficiale della loro beatificazione e santità. Salvo D’Acquisto e Bartolo Longo ci hanno fatto compagnia e ci hanno lasciato messaggi importanti tra i banchi di scuola, grazie alle innumerevoli testimonianze del passato. Ognuno con una storia diversa, ma entrambi proiettati verso l’altro con amore e dedizione, ognuno con radici familiari diverse, ma entrambi accomunati dai valori dell’umiltà e della benevolenza e soprattutto dal coraggio e dalla convinzione che nulla è impossibile finchè c’è fede in Dio.
Lo diceva Bartolo Longo: “Iddio è paziente e longanime, perché è forte: essendo onnipotente non si adira né si vendica, perché tutto a lui è sottoposto”. E lo ribadiva anche Salvo D’Acquisto: ”Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura!”