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19 Aprile 2025
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La biblioteca del rione Luzzatti di Napoli: un presidio di cultura e memoria

Ci sono luoghi che raccontano storie più di quante ne ospitino e la biblioteca popolare del rione Luzzatti di Napoli è uno di questi. È uno dei punti di riferimento per un’intera comunità, un baluardo di resistenza culturale nato dalla visione di un uomo che ha creduto nella forza della conoscenza. Quel nome, che oggi campeggia sulla targa all’ingresso – Agostino Collina – è sia un omaggio che il riconoscimento di un’eredità.

L’intitolazione della biblioteca al professor Agostino Collina non è un atto simbolico fine a sé stesso, ma significa ridare dignità a chi, in tempi difficili, ha deciso di investire tutto in un sogno collettivo. Negli anni ’50, quando il rione Luzzatti era ancora un quartiere ferito dal dopoguerra, Collina scelse di creare un luogo in cui i libri fossero accessibili a tutti. Non un’idea astratta, ma un progetto concreto, finanziato di tasca propria con l’acquisto dei primi volumi.

Negli anni, quella biblioteca, oltre ad essere uno spazio di lettura è diventata il motore di un riscatto sociale, la prova che la cultura può attecchire anche nei contesti più difficili. Perché i libri, quando li metti nelle mani giuste, non sono solo oggetti di carta: sono chiavi che aprono mondi.

Per decenni, la biblioteca è stata un faro per il quartiere, offrendo un accesso democratico alla conoscenza, specialmente in un’epoca in cui le opportunità educative erano poche e spesso limitate alle élite. E. nel tempo, ha accolto studenti, lavoratori e curiosi di ogni età, diventando un punto di riferimento imprescindibile per tutto il “rione Luzzatti”.

E poi, c’è stato l’effetto Elena Ferrante! Con la pubblicazione della saga de “L’Amica Geniale”, il rione Luzzatti è diventato un luogo simbolico della letteratura contemporanea e la biblioteca, che in quei libri esiste come spazio di formazione e rifugio per le protagoniste, ha acquistato nuova visibilità. Da luogo caro ai residenti ad un pezzo di storia che dialogava con il mondo.

Chi ha letto la tetralogia di Elena Ferrante conosce bene il professor Ferraro, l’insegnante appassionato che incoraggia le giovani allieve a studiare, a pensare, a immaginare una vita diversa. Un personaggio che, nella finzione letteraria, svolge un ruolo chiave nel rappresentare il risveglio culturale di un quartiere difficile.

Quel personaggio ha un corrispettivo reale in Agostino Collina, un uomo che non si è limitato ad insegnare, ma ha costruito con le proprie mani un’infrastruttura culturale in un territorio che ne aveva bisogno. Un docente che ha investito non solo il suo tempo, ma anche le sue risorse, dimostrando che la scuola non si ferma alle le mura di un’aula.

Il processo per intitolare la biblioteca ad Agostino Collina è stato tutt’altro che immediato. Un lungo percorso, sostenuto da cittadini, consiglieri municipali e figure istituzionali come Carmine Stabile e Maria Caniglia, che hanno portato avanti il progetto, con dedizione, impegno e determinazione, fino alla desiderata conclusione.

È il segno di una comunità che non dimentica e che riconosce il valore della cultura come bene comune. Perché i nomi sulle targhe contano: raccontano storie, tramandano memorie e ricordano a tutti che dietro ogni spazio pubblico c’è qualcuno che lo ha reso possibile.

L’intitolazione, poi, è arrivata in un momento cruciale. Nei mesi precedenti, la biblioteca aveva rischiato la chiusura, un colpo durissimo per il rione, che si era mobilitato per scongiurare l’ennesima perdita di un presidio culturale.

Alla cerimonia di intitolazione, però, è arrivata la notizia che tutti speravano di sentire: la biblioteca resterà aperta. Un sospiro di sollievo per chi la frequenta da anni, ma anche un segnale importante per il futuro.

Difendere la cultura è una battaglia che non si vince una volta per tutte, ma si combatte giorno dopo giorno.

Tra le personalità legate a questo spazio c’è anche Domenico Starnone e, questa citazione non è casuale, per molti è proprio lui l’autore che si nasconde dietro lo pseudonimo di Elena Ferrante.

Che sia vero o no, poco importa! Ciò che conta è che Starnone, nato e cresciuto in quell’ambiente, conosce bene il valore di quella biblioteca, un luogo che non ha formato solo lettori, ma anche scrittori, intellettuali, cittadini consapevoli.
Un pezzo di storia locale che ha contribuito a costruire la narrativa di una città intera, Napoli.

La storia della biblioteca del rione Luzzatti è la dimostrazione di quanto sia fondamentale difendere gli spazi culturali. In un’epoca in cui le librerie chiudono e le biblioteche vengono spesso trascurate e chiuse anch’esse, il fatto che una comunità si sia battuta per mantenere vivo questo luogo è un segnale forte.

Perché, diciamolo, la biblioteca non è solo un posto in cui si leggono o si prendono in prestito i libri. Ogni biblioteca è un simbolo, un rifugio, un’opportunità, è la possibilità di leggere il mondo con occhi diversi e di costruire un futuro migliore.

L’intitolazione della biblioteca ad Agostino Collina è sì un omaggio, ma anche un atto di giustizia storica, un riconoscimento a chi ha creduto nel potere trasformativo della cultura.

Collina è stato un insegnante portatore sano di una visione. Ed oggi, proprio grazie a lui ed a tutti coloro che hanno lottato per questa biblioteca, il rione Luzzatti ha ancora un luogo in cui i sogni possono trovare casa tra le pagine di un libro.

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Carlo Di Somma
Carlo Di Sommahttps://www.digipackline.it/
Nato a Napoli, sono un professionista SEO curioso e creativo. Con la passione per l’innovazione digitale, trasformo le sfide in opportunità grazie a strategie efficaci e soluzioni innovative. Sono alla costante ricerca di nuove conoscenze e mi considero un "eterno studente".

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