L’8 marzo è un giorno che da sempre simboleggia la lotta per i diritti delle donne, ma anche un’occasione per riflettere sui passi avanti compiuti in un mondo che, seppur lentamente, sta cambiando. Questo giorno non è solo una celebrazione arricchita da mimose e dai primi profumi di primavera ma anche un momento di consapevolezza, dove si traccia un bilancio sui risultati ottenuti e si guarda alle sfide future per il ruolo della donna nella società, in particolare nel mondo del lavoro e della leadership.
Il percorso delle donne verso l’emancipazione e l’uguaglianza è stato lungo e complesso. Fino a pochi decenni fa, le donne si trovavano ad affrontare barriere strutturali e sociali che impedivano loro di accedere alle stesse opportunità degli uomini. Le donne erano principalmente confinate al ruolo di madri e casalinghe, mentre l’ambito professionale e dirigenziale era appannaggio quasi esclusivo degli uomini.
Oggi, però, il panorama è cambiato radicalmente. La donna non è più solo una figura di supporto al nucleo familiare o relegata a ruoli secondari. Grazie ai progressi fatti in termini di diritti civili, accesso all’istruzione, e alla crescente attenzione alla parità di genere, le donne hanno conquistato posizioni di rilievo in numerosi i settori, comprese le alte sfere aziendali e politiche, ma il percorso è ancora lungo e ci sono nuove sfide da vincere.
Uno dei settori in cui la trasformazione è stata più evidente è quello della leadership aziendale. Le donne oggi sono protagoniste in ambiti che un tempo sembravano essere dominio esclusivo degli uomini. Aziende globali, istituzioni finanziarie, multinazionali e startup innovative hanno visto il successo di donne che non solo hanno saputo interpretare il ruolo di manager, ma che sono diventate vere e proprie icone di cambiamento, dimostrando una visione strategica e innovativa.
Nel mondo della tecnologia c’è Sheryl Sandberg, manager e scrittrice americana che nel 2012 è stata nominata come prima donna nel consiglio di amministrazione di Facebook. Sandberg ha pubblicato il suo primo libro nel 2013 “Lean In: Women, Work, and the Will to Lead” dedicato ai problemi legati alla mancanza di donne nelle posizioni di leadership nel governo e nelle aziende e il femminismo. Il libro, nel primo anno, aveva venduto più di un milione di copie ed era in cima alle classifiche dei bestseller. C’è poi l’universo della moda e della cosmetica con Miuccia Prada e Estée Lauder, fino ad arrivare al settore automobilistico con Mary Barra, CEO di General Motors.
Un esempio significativo di questa trasformazione è stata anche Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, che ha giocato un ruolo determinante nel sostenere le politiche economiche italiane, dimostrando che la leadership femminile può essere un motore di cambiamento e di crescita.
Allo stesso modo Maria Bianca Farina, attuale presidente di Poste Vita e Poste Assicura, che ha dedicato la sua carriera professionale quasi interamente al settore assicurativo e finanziario. Per oltre 20 anni, ha ricoperto ruoli dirigenziali apicali in società del Gruppo INA-Assitalia prima e del Gruppo Generali poi. In Poste Italiane ha guidato per oltre 10 anni l’ascesa della compagnia assicurativa Vita del Gruppo, portandola in pochi anni a conquistare la leadership sul mercato nazionale.
Questa evoluzione non è stata però priva di ostacoli. Le donne al vertice delle grandi aziende spesso hanno dovuto affrontare difficoltà aggiuntive: dall’essere giudicate più severamente per le loro decisioni, al dover dimostrare costantemente di meritare la posizione che ricoprono. Sempre più aziende, oggi, stanno comprendendo l’importanza di una leadership diversificata. Diversi studi e ricerche hanno dimostrato che la presenza di donne nei ruoli decisionali porta a una migliore performance economica e a un ambiente di lavoro più inclusivo. Le donne sono spesso in grado di promuovere un approccio più empatico alla gestione delle risorse umane, un’attenzione maggiore al benessere e alla qualità del lavoro e una spinta più forte verso l’innovazione. La diversità, quindi, non solo rappresenta un valore etico, ma è anche una leva strategica fondamentale per il successo delle imprese.
Sebbene siano stati compiuti enormi progressi, il cammino verso una reale parità di genere nelle imprese e nella società non è ancora concluso. Le donne continuano a essere sottorappresentate nei vertici aziendali e spesso sono ancora chiamate a farsi spazio in contesti dominati dalla figura maschile. In Italia c’è un tasso di occupazione femminile del 51%, nettamente inferiore rispetto ad altre nazioni europee. Al contempo, però, secondo i dati del nuovo report “Donne e lavoro in Italia“, realizzato dalla Rome Business School, è aumentata la presenza femminile nelle posizioni apicali. Processo che raggiunge addirittura un traguardo storico, con il 36% dei manager nel Paese donna, percentuale che supera, per la prima volta, la media dell’Eurozona, 35%.
Un’altra grande sfida riguarda la conciliazione tra lavoro e vita familiare, un aspetto che incide profondamente sulla carriera delle donne. Sebbene siano state fatte alcune concessioni in termini di politiche aziendali più inclusive, è ancora necessario un cambiamento radicale nelle strutture lavorative, che favorisca una vera parità di opportunità anche in termini di orari e gestione della famiglia.
Felice 8 marzo a tutte le donne. Ricordiamo che non è solo una data da celebrare con auguri e mimose, ma un’occasione di riflessione sulle sfide ancora da affrontare.