Manchette di sinistra
19 Aprile 2025
Manchette di destra
Banner 728x90: Web Napoli Agency
HomeGlobal NewsIl caro-caffè non è solo una questione di centesimi

Il caro-caffè non è solo una questione di centesimi

Ci siamo passati tutti, entri in un bar, ordini un espresso, lo bevi magari in piedi al banco — come si fa da sempre — e lasci il solito euro e qualcosa. Solo che, oggi, quel “qualcosa” ha iniziato a pesare un po’ di più.

La classica tazzina di caffè, che per decenni ha incarnato un gesto quotidiano, semplice, quasi rituale per milioni di italiani, oggi è diventata il simbolo di una trasformazione più profonda. E no, non è solo colpa dell’inflazione.

Quello che sta succedendo, sotto gli occhi di tutti ma raramente osservato con attenzione, è che il caffè al bar — icona del vivere all’italiana — si sta lentamente svuotando del suo ruolo di “piccolo lusso accessibile a tutti”, trasformandosi in un indicatore sociale. Un barometro dei cambiamenti economici e culturali del nostro Paese.

Secondo uno studio recente del Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.), in collaborazione con Assoutenti, il prezzo medio nazionale di un espresso è passato da 1,03 euro nel 2021 a 1,22 euro a gennaio 2025. Un incremento del +19%, che non si può liquidare come semplice adeguamento al costo della vita.

La crescita non è omogenea, e questo è un punto interessante: i rincari più marcati si registrano a Pescara (+34%) e Bari (+32%), seguite da Napoli, che pure con la sua millenaria devozione al caffè, registra un +32% ed un prezzo medio ormai prossimo a 1,20 euro. In alcune città il prezzo è già ben oltre la soglia psicologica dell’euro e trenta.

Numeri alla mano, possiamo dire che la tazzina ha smesso di essere una “comodità democratica”. È diventata un piccolo lusso urbano, il cui costo varia non solo in funzione delle materie prime o dei costi energetici, ma anche della pressione immobiliare, della densità turistica, e persino — anche se in modo meno visibile — del valore simbolico associato a quel territorio.

Guardando la mappa dei prezzi, emerge una geografia curiosa. Bolzano è la città con l’espresso più caro d’Italia: 1,43 euro in media. Segue Trento, poi Pescara e Trieste, tutte sopra 1,30 euro. Sul versante opposto, Catanzaro si conferma come la più “resistente”, l’unica grande provincia dove la tazzina non supera ancora l’euro.

Perché questa disparità? Le spiegazioni sono molteplici e non tutte evidenti. Certo, ci sono fattori economici oggettivi — affitti, costi di gestione, stipendi — ma c’è anche un fattore culturale: in alcune città il caffè ha una valenza rituale che “impone” un prezzo contenuto, in altre invece è un servizio turistico o un consumo funzionale, e quindi più facilmente monetizzabile.

Insomma, il prezzo della tazzina dice molto del territorio in cui la bevi, e ancora di più delle dinamiche sociali che lo attraversano.

Una romantica tazzina di caffè: un rituale italiano che potrebbe cambiareMa, perché il caffè costa sempre di più, e non è solo inflazione. Beh, partiamo dai fondamentali: la materia prima, il caffè verde, ha visto aumentare il proprio costo all’origine per effetto di speculazioni finanziarie, shock climatici nei Paesi produttori e tensioni geopolitiche che incidono sulle filiere. Ma tutto questo non basta!

A pesare sono anche:

  • il caro energia, che ha colpito duramente bar e torrefazioni;
  • l’aumento dei costi logistici e di trasporto;
  • l’incremento del costo del lavoro, soprattutto nelle grandi città.

Ma la vera svolta sta nel modello di consumo. Il bar italiano, soprattutto nelle metropoli e nei centri turistici, non è più solo il luogo della pausa-caffè: è uno spazio multifunzionale. Si lavora, si socializza, si fanno riunioni informali. Il caffè, in questo scenario, diventa il “biglietto d’ingresso” a un’esperienza più complessa.
Ed è qui che il prezzo si trasforma, da mero valore economico a valore percepito.

In Italia, il caffè non è mai stato solo una bevanda. È uno spazio di socialità, un intermezzo esistenziale, una forma di “comunicazione non verbale” che scandisce le giornate. È l’andiamo a prenderci un caffè? Una frase che dice molto più di quello che sembra. È una pausa che vale tanto quanto il contenuto della tazzina.

Ecco perché il suo prezzo, anche quando aumenta di pochi centesimi, non passa inosservato, perché tocca un simbolo identitario. Cambiare il prezzo del caffè, nel nostro immaginario, è come cambiare il prezzo dell’amicizia, della pausa, della normalità.
Ed è proprio in questo corto circuito tra valore reale e valore simbolico che si gioca la partita del caro-caffè.

Vi racconto un episodio. C’è un bar sotto casa, uno di quei posti che frequenti quasi senza pensarci. Ci vai per la routine, ma anche per il sorriso del barista, per le due chiacchiere al volo, per il rumore familiare delle tazzine che sbattono nel piattino. Una mattina, il prezzo passa da 1,10 a 1,20 euro. Un cartello affisso vicino alla cassa lo spiega con tono educato.

Non ho detto nulla. Ho pagato, ho bevuto il mio caffè e sono uscito. Ma per la prima volta ho pensato a quella tazzina non più come ad un gesto automatico, ma come a una scelta consapevole. E mi sono chiesto: quanto vale davvero quel momento, il momento caffè? Perché non è solo caffeina. È identità, è appartenenza, è quotidianità ed è questo che, in fondo, continuiamo a pagare ogni giorno.

Alla fine, il caffè resta una delle poche certezze del nostro vivere quotidiano. Anche se ci costerà di più, continueremo a prenderlo, perché, in fondo, quella tazzina non è solo caffè: è abitudine, è conforto, è socialità.
Ma la domanda resta aperta — e la rivolgo direttamente a voi lettori:
Qual è il vostro limite psicologico? Quanto siete disposti a pagare per non rinunciare a quel momento tutto vostro?

Segui il canale LIFE & NEWS su WhatsApp!

Ti è piaciuto l'articolo? Condividilo!

Redazione
Redazione
La redazione distribuita è composta da un team dinamico e innovativo di giornalisti, redattori e appassionati, dediti a raccontare storie di vita ed a offrire notizie attuali. Con rigore e passione, produciamo contenuti di qualità che informano, ispirano e creano connessioni, garantendo trasparenza e affidabilità nell’informazione.

Life and News "più vita alle notizie" il nuovo magazine in sinergia con Giovani del Sud

La nostra piattaforma social Giovani del Sud si affianca al nuovo progetto editoriale Life and News Magazine, una testata on line che punta ad una visione fresca e completa del mondo contemporaneo.

Banner 300x250: Giovani del Sud
Banner 300x250: EmozionArt
Banner 300x300: Euro Dental Lab 2000 - Raffaele e Amedeo Briola Odontotecnici

Ultimi Articoli

Banner 300x250: Scatolificio Martinelli Srl
Banner 300x250: Associazione Dream Team – Donne in Rete - Per la Ri-Vitalizzazione Urbana - APS

Da Leggere