La voce della verità, il guardiano della democrazia e il narratore delle storie definiscono i confini dell’ essere un giornalista. Il cinema ha spesso celebrato questa professione, esaltandone la passione, la dedizione e l’importanza. Due film iconici come “La Signora del venerdì” con Cary Grant e “Tutti gli uomini del presidente” con Robert Redford e Dustin Hoffman ci offrono uno sguardo affascinante sul mondo del giornalismo, mettendo in luce le sfide dei cronisti. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale e l’ascesa dei social media, la vita del giornalista è cambiata radicalmente, ma il ruolo dell’informazione rimane più importante che mai. Hollywood non ha potuto non dedicargli pellicole indimenticabili.
“La Signora del venerdì” (1940), diretto da Howard Hawks, è una commedia brillante che racconta le peripezie di un direttore di giornale, interpretato da Cary Grant, e della sua ex moglie e brillante cronista, interpretata da Rosalind Russell. Il film mette in luce l’energia, la competizione e l’ingegno necessari per svolgere il lavoro di giornalista, offrendo uno sguardo ironico e affettuoso sul mondo della stampa. La pellicola “Tutti gli uomini del presidente” (1976), diretto da Alan J. Pakula, è un dramma basato su eventi reali, che racconta l’indagine del Washington Post sullo scandalo Watergate.
I protagonisti, interpretati da Robert Redford e Dustin Hoffman, incarnano l’essenza del giornalismo investigativo, mettendo a nudo il potere, la corruzione e l’importanza della verità. Il film è un tributo al coraggio, alla determinazione e all’etica dei giornalisti. Con l’ avvento della Intelligenza artificiale, la vita del cronista è cambiata in modo significativo. Gli strumenti di AI possono analizzare grandi quantità di dati in tempi record, offrendo insights preziosi e facilitando il lavoro investigativo. Tuttavia, l’AI non può sostituire l’intuizione, l’esperienza e l’umanità del giornalista. La capacità di raccontare storie, di comprendere il contesto e di percepire le sfumature emotive rimane prerogativa dell’essere umano.
Con l’avvento dei social media e delle piattaforme come Facebook e X (ex Twitter), l’informazione viaggia a velocità vertiginosa. I post possono anticipare eventi, confermarli o smentirli in tempo reale, creando un flusso continuo di notizie.
Questo ha reso il lavoro del giornalista ancora più complesso, richiedendo una verifica costante delle fonti e un’attenzione scrupolosa alla veridicità delle informazioni.
Il ruolo dell’etica è più cruciale che mai. Il giornalismo deve essere fatto da persone perbene, che curano la notizia e l’approfondimento con rigore e responsabilità. La verità deve rimanere il faro che guida ogni cronista, e il rispetto per le persone e per la professione deve essere al centro di ogni reportage. Lo stesso ” Quarto potere” , un film del 1941 di Orson Welles che ha rivoluzionato il mondo del cinema è dedicato dell’ Editoria e del giornalismo e a come il cronista possa arrivare alla verità, non senza coraggio e determinazione e soprattutto ” consumando suole e meningi” analizzando i fatti e aggiungendo tasselli importanti a commento dei dati raccolti, che è in definitiva imprescindibile connotazione umana.
La stampa rappresenta il Quarto Potere, come richiama il film , ed in quanto tale va esercitato con onestà e coraggio. Il giornalismo ha subito molte trasformazioni nel corso degli anni, ma la sua essenza rimane immutata: raccontare la verità, informare il pubblico e proteggere la democrazia. Dai tempi dei classici cinematografici come “La Signora del venerdì” e “Tutti gli uomini del presidente” all’era dell’intelligenza artificiale e dei social media, il ruolo del giornalista è sempre stato quello di cercare di leggere la notizia e i tempi e di raccontare le storie che definiscono il nostro mondo. E in questo, l’etica e l’umanità sono insostituibili.