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19 Aprile 2025
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Dove è finito il cronista? Dalla storia investigativa di “Tutti gli uomini del Presidente” all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale

Il cinema che ha raccontato la professione giornalistica ci fa riflettere sul tempo attuale. La capacità di raccontare storie, comprendere il contesto e percepire sfumature emotive rimane prerogativa dell'essere umano

La voce della verità, il guardiano della democrazia e il narratore delle storie definiscono i confini dell’ essere un giornalista. Il cinema ha spesso celebrato questa professione, esaltandone la passione, la dedizione e l’importanza. Due film iconici come “La Signora del venerdì” con Cary Grant e “Tutti gli uomini del presidente” con Robert Redford e Dustin Hoffman ci offrono uno sguardo affascinante sul mondo del giornalismo, mettendo in luce le sfide dei cronisti. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale e l’ascesa dei social media, la vita del giornalista è cambiata radicalmente, ma il ruolo dell’informazione rimane più importante che mai. Hollywood non ha potuto non dedicargli pellicole indimenticabili.

“La Signora del venerdì” (1940), diretto da Howard Hawks, è una commedia brillante che racconta le peripezie di un direttore di giornale, interpretato da Cary Grant, e della sua ex moglie e brillante cronista, interpretata da Rosalind Russell. Il film mette in luce l’energia, la competizione e l’ingegno necessari per svolgere il lavoro di giornalista, offrendo uno sguardo ironico e affettuoso sul mondo della stampa. La pellicola “Tutti gli uomini del presidente” (1976), diretto da Alan J. Pakula, è un dramma basato su eventi reali, che racconta l’indagine del Washington Post sullo scandalo Watergate.

I protagonisti, interpretati da Robert Redford e Dustin Hoffman, incarnano l’essenza del giornalismo investigativo, mettendo a nudo il potere, la corruzione e l’importanza della verità. Il film è un tributo al coraggio, alla determinazione e all’etica dei giornalisti. Con l’ avvento della Intelligenza artificiale, la vita del cronista è cambiata in modo significativo. Gli strumenti di AI possono analizzare grandi quantità di dati in tempi record, offrendo insights preziosi e facilitando il lavoro investigativo. Tuttavia, l’AI non può sostituire l’intuizione, l’esperienza e l’umanità del giornalista. La capacità di raccontare storie, di comprendere il contesto e di percepire le sfumature emotive rimane prerogativa dell’essere umano.

Con l’avvento dei social media e delle piattaforme come Facebook e X (ex Twitter), l’informazione viaggia a velocità vertiginosa. I post possono anticipare eventi, confermarli o smentirli in tempo reale, creando un flusso continuo di notizie.

Questo ha reso il lavoro del giornalista ancora più complesso, richiedendo una verifica costante delle fonti e un’attenzione scrupolosa alla veridicità delle informazioni.

Il ruolo dell’etica è più cruciale che mai. Il giornalismo deve essere fatto da persone perbene, che curano la notizia e l’approfondimento con rigore e responsabilità. La verità deve rimanere il faro che guida ogni cronista, e il rispetto per le persone e per la professione deve essere al centro di ogni reportage. Lo stesso ” Quarto potere” , un film del 1941 di Orson Welles che ha rivoluzionato il mondo del cinema è dedicato dell’ Editoria e del giornalismo e a come il cronista possa arrivare alla verità, non senza coraggio e determinazione e soprattutto ” consumando suole e meningi” analizzando i fatti e aggiungendo tasselli importanti a commento dei dati raccolti, che è in definitiva imprescindibile connotazione umana.

La stampa rappresenta il Quarto Potere, come richiama il film , ed in quanto tale va esercitato con onestà e coraggio. Il giornalismo ha subito molte trasformazioni nel corso degli anni, ma la sua essenza rimane immutata: raccontare la verità, informare il pubblico e proteggere la democrazia. Dai tempi dei classici cinematografici come “La Signora del venerdì” e “Tutti gli uomini del presidente” all’era dell’intelligenza artificiale e dei social media, il ruolo del giornalista è sempre stato quello di cercare di leggere la notizia e i tempi e di raccontare le storie che definiscono il nostro mondo. E in questo, l’etica e l’umanità sono insostituibili.

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Angela Giordano
Angela Giordano
Scrittrice, ghostwriter ed editor con una buona esperienza nel mondo del giornalismo e dell'editoria. Collabora con diverse testate giornalistiche e ha pubblicato i due romanzi "Storie di Precariato Sentimentale" e "Giulio è Mia Madre" accolti positivamente dalla critica. Impegnata in numerose attività culturali e televisive, e attualmente Media Press Author presso Sbarro Health Research Organization (SHRO) di Philadelphia, un istituto di ricerca scientifica internazionale.

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