DeepSeek è un’intelligenza artificiale open-source, scalabile e energeticamente efficiente, ed il suo impatto sul mercato è stato immediato: NVIDIA ha perso il 17% del suo valore in un solo giorno, bruciando oltre 600 miliardi di dollari di capitalizzazione. Se l’IA cinese manterrà le promesse, potremmo assistere alla fine del monopolio americano sull’intelligenza artificiale e all’inizio di una competizione più aperta e decentralizzata.
Gli USA dominano il settore con modelli centralizzati e chiusi, costruiti su hardware avanzato (GPU NVIDIA) e data center giganteschi. Colossi quali OpenAI, Google DeepMind e Anthropic ricevono miliardi per sviluppare modelli altamente controllati.
La Cina ha risposto con una strategia alternativa: modelli open-source più leggeri, meno dipendenti dall’hardware avanzato, capaci di funzionare con meno risorse e DeepSeek incarna proprio questa visione: un’IA che abbatte le barriere all’ingresso, accessibile a tutti e senza infrastrutture costose.
Curiosamente, mentre gli USA centralizzano l’IA, la Cina propone un’alternativa democratica e distribuita, nonostante il forte controllo statale sulla tecnologia e non solo. Rilasciato sotto licenza MIT, DeepSeek può essere usato, modificato e venduto liberamente, senza nulla da pagare alla Cina.
Le implicazioni legate alla presentazione di DeepSeek potrebbero essere notevoli, aziende e governi potrebbero sviluppare IA indipendenti, startup e paesi emergenti potrebbero accedere a tecnologie avanzate senza investimenti miliardari e persino l’Europa potrebbe ridurre la dipendenza dagli USA e colmare il divario nel settore.
Un’analogia efficace per comprendere il momento è ciò che è avvenuto nel mercato degli smartphone: Android, grazie il suo modello open-source ha prima eroso e poi eliminato il monopolio di iOS nella telefonia mobile. Ad oggi, se DeepSeek nella versione open-source verrà utilizzato e personalizzato in modo significativo, allora OpenAI e Google potrebbero perdere i loro diritti di esclusività sull’IA.
Un altro aspetto rivoluzionario di DeepSeek è la sostenibilità energetica, gli attuali modelli IA richiedono enormi quantità di energia e addestrare un modello come GPT-4o consuma tanta energia quanto ne utilizza una città di medie dimensioni per settimane intere.
DeepSeek, invece, promette una riduzione del 95% dei costi energetici, grazie a un’architettura ottimizzata e meno dipendente da GPU NVIDIA e ciò consentirebbe anche a paesi con limitato accesso all’energia di sviluppare modelli IA senza la necessità di costruire costosi “data center”.
Questa svolta potrebbe spingere molte aziende e governi ad adottare DeepSeek, costringendo OpenAI e Google a ripensare i loro modelli di business.
Per non parlare poi di NVIDIA che da molto tempo è il fulcro dell’IA, con le sue GPU indispensabili per l’addestramento dei modelli avanzati, ma se un’IA può essere sviluppata senza il suo hardware, il valore dell’azienda rischia di crollare.
Ed il mercato ha già reagito: le azioni di NVIDIA sono precipitate del 17% in un solo giorno, bruciando 600 miliardi di dollari e gli investitori stanno già spostando capitali su soluzioni meno dipendenti dalle GPU.
Se DeepSeek comincerà a guadagnare terreno, il modello di business basato su hardware costoso potrebbe non essere più sostenibile, costringendo NVIDIA a ridefinire il proprio ruolo nel settore.
In questa partita, l’Unione Europea è la grande assente, pur avendo eccellenze tecnologiche come la “ASML Holding NV”, leader mondiale nella produzione attrezzature per la produzione di serie dei chip semiconduttori. Invece ad momento, per l’Intelligenza Artificiale, dipende quasi interamente dalle big tech americane.