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19 Aprile 2025
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All’estero gli anziani cercano la felicità con tanti amici e la condivisione di casa e spese. E in Italia?

E' una tendenza in aumento dove il costo della vita relativamente alto e dove esiste una rete di supporto sociale che aiuta a prevenire la solitudine. Paesi come la Spagna, il Portogallo, la Thailandia e il Messico sono diventati destinazioni popolari per le persone in pensione che, invece di trasferirsi da sole in un piccolo appartamento, preferiscono stabilirsi in ambienti comunitari

Un numero crescente di persone anziane all’estero sta scegliendo di vivere insieme, di coabitare con amici e conoscenti, non solo per dividere le spese e per una gestione quotidiana più sostenibile, ma anche per entrare a far parte di una comunità che garantisca un invecchiamento più sereno e felice. Questo fenomeno sta emergendo come una risposta concreta alla solitudine e all’isolamento che, purtroppo, colpiscono molte persone nella terza età. Ma cosa rende così speciale questa scelta e perché sarebbe importante importarla anche in Italia?
Soprattutto per gli anziani, sta crescendo questa tendenza in luoghi dove la qualità della vita è elevata, il costo della vita relativamente alto e dove esiste una rete di supporto sociale che aiuta a prevenire la solitudine. Paesi come la Spagna, il Portogallo, la Thailandia e il Messico sono diventati destinazioni popolari per le persone in pensione che, invece di trasferirsi da sole in un piccolo appartamento, preferiscono stabilirsi in ambienti comunitari, dove è possibile creare legami profondi con altre persone che condividono il desiderio di vivere insieme, sostenersi a vicenda e mantenere un’attività sociale.

In queste comunità, non si parla solo di condivisione di spazi o di servizi. Il cuore di queste esperienze è la costruzione di legami umani, una rete di amicizie che supera le barriere della distanza e delle differenze culturali, creando un ambiente di supporto reciproco. I membri di queste comunità spesso partecipano a attività condivise come passeggiate, corsi di arte, cene sociali e persino viaggi, che mantengono viva la mente e il corpo, ma anche il senso di appartenenza.

La solitudine è uno dei problemi principali che colpisce gli anziani, specialmente quando le famiglie si allontanano a causa della distanza geografica o di dinamiche familiari complesse. Questo isolamento può portare a sentimenti di depressione, ansia e anche a un invecchiamento precoce. Vivere in una comunità di amici offre la possibilità di combattere questi effetti negativi, creando legami che non sono legati da obblighi familiari ma da un autentico affetto e solidarietà.

Le comunità di amici non sono solo un rifugio emotivo, ma anche un vero e proprio modello di vita. Ognuno è libero di contribuire con le proprie esperienze e competenze, partecipando a attività che aiutano a mantenere alta la qualità della vita. Inoltre, il supporto reciproco tra i membri di queste comunità è fondamentale anche in caso di difficoltà economiche, malattie o altre necessità quotidiane.

In Italia, invece, il concetto di “comunità di amici” in vecchiaia non è ancora molto diffuso, ma potrebbe essere una soluzione importante per affrontare le sfide demografiche e sociali che il nostro Paese sta vivendo. L’invecchiamento della popolazione italiana è uno dei problemi più urgenti, con un numero crescente di anziani che si trovano soli, spesso lontani dai figli e dai parenti, che a causa di impegni professionali o della vita quotidiana non riescono a dare il supporto necessario.

Importare questo modello, in cui gli anziani scelgono di vivere in comunità, potrebbe essere un valido antidoto alla solitudine. Le città italiane, con le loro tradizioni di socializzazione e convivialità, potrebbero adattarsi molto bene a questo tipo di approccio. Le case di riposo tradizionali, purtroppo, non sempre offrono quella dimensione di affetto e calore che invece si trova in queste comunità di amici. Un cambiamento culturale potrebbe portare a una nuova concezione della vecchiaia, in cui il concetto di “casa” non è più solo un luogo fisico, ma una rete di affetti, risorse e compagnia.

Inoltre, la creazione di comunità per anziani basate sull’amicizia e la condivisione potrebbe diventare un importante settore economico, capace di creare opportunità di lavoro, soprattutto in ambiti legati alla cura e al benessere degli anziani, e di promuovere un modello di vita più sostenibile, attento alla qualità della vita e alle esigenze di tutti.

L’idea di vivere in comunità di amici in vecchiaia rappresenta una sfida culturale, ma anche una grande opportunità. Trasformare la vecchiaia da un periodo di solitudine e isolamento a un momento di crescita, scambio e solidarietà è una possibilità che merita di essere presa in considerazione anche in Italia. Le reti di amicizia e la creazione di nuove forme di “famiglie scelte” potrebbero non solo migliorare la qualità della vita degli anziani, ma anche rendere le nostre città più inclusive, solidali e vivibili per tutti.

Adottare e adattare questo modello alle specificità italiane potrebbe rappresentare una svolta positiva, tanto per gli anziani quanto per le nuove generazioni, chiamate a costruire una società più coesa e attenta ai bisogni di tutti. Perché la vera ricchezza di una vita, in ogni fase, sta proprio nelle relazioni che siamo in grado di costruire.

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Angela Giordano
Angela Giordano
Scrittrice, ghostwriter ed editor con una buona esperienza nel mondo del giornalismo e dell'editoria. Collabora con diverse testate giornalistiche e ha pubblicato i due romanzi "Storie di Precariato Sentimentale" e "Giulio è Mia Madre" accolti positivamente dalla critica. Impegnata in numerose attività culturali e televisive, e attualmente Media Press Author presso Sbarro Health Research Organization (SHRO) di Philadelphia, un istituto di ricerca scientifica internazionale.

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