I nuovi modelli di bellezza ed il narcisismo sono causa frequente di crisi adolescenziali, crisi da sempre esistite, ma oggi più gravi poiché provocate da stereotipi mediatici proposti dai social, spesso motivo di turbamento psichico grave, tale da compromettere un sano sviluppo.
Il dramma è: un corpo nuovo che non si “adegua” a quello che propongono social e media! Ad aumentare l’ostilità ed il rifiuto del proprio corpo, negli adolescenti, concorre la scoperta che il corpo sessuato è complementare ad un altro, e anche che un giorno sarà destinato alla trasformazione in cadavere.
L’aspetto medico si accompagna a patologie varie come: Anoressia, Obesità, Depressione, Disturbi comportamentali e dell’Apprendimento, Disturbi psichici ecc. da modesti a seri e tali da compromettere la crescita, i rapporti sociali ed affettivi, nonché la difficoltà di ”entrare” nel mondo dell’adulto con il passo giusto, talvolta inibendo totalmente quest’ultimo passaggio.
Oggi stiamo assistendo parallelamente, nell’anzianità, alla stessa condizione in un età compresa tra i 65 e 72 anni, ci si guarda allo specchio non appena vengono meno le linee guida che impegnano la vita: lavoro, famiglia, realizzazioni affettive ed economiche, sistemazione dei figli, insomma tutto ciò che ci ha spinto ad una ”corsa” senza darci il tempo di voltarci e di poter aver cura di noi stessi, cosi ci si guarda allo specchio scrutando il proprio corpo e tutte le modifiche che ha subito ma che ci appaiono improvvisamente come se mai fossero avvenute: rughe, maniglie dell’amore, pancia, stomaco, calvizie, capelli imbiancati, dolori, ossei e patologie tipiche della senilità… tutto normale diremmo, ma in un mondo dove il “perfezionismo mediatico” bombarda con i suoi modelli e stili di vita, in modo ossessivo e quasi paranoico, ecco che in questa fascia di popolazione più fragile posso nascere vere e proprie crisi esistenziali serie. Pertanto quella depressione naturale, quasi fisiologica fa seguito ai cambiamenti della terza età quali: il pensionamento, preoccupazioni economiche, salute, lutti in famiglia, perdita di autonomia, problemi di memoria ed altri eventi ma soprattutto la solitudine, spesso drammatico epilogo di una vita sociale, lavorativa e familiare.
La bellezza e la salute non sono solo un concetto estetico ma anche olistico che comprende il benessere fisico, mentale ed emotivo pertanto l’idea di bellezza legata a degli stereotipi moderni deve essere abbandonata e sostituita da una vecchiaia attiva fatta di sport, socializzazione, partecipazione a progetti, nonché di cura di se stessi non solo estetica ma volta a rinforzare ed a migliorare la performance mentale e fisica unitamente al fascino dato dalla sapienza e dall’esperienza di una vita. L’invecchiamento positivo offre un’alternativa rinfrescante a questa incessante richiesta della perfezione, l’invecchiamento positivo ci invita a valorizzare la nostra bellezza interiore ed esteriore e la nostra autostima. Ci ricorda che questi segni di vita non devono essere percepiti come negativi, ma piuttosto come indicatori di bellezza!
Omero parla di ”buona vecchiaia” e Cicerone afferma ”… la vecchiaia avvicina alla morte. Ma se la morte uccide anche l’anima, non è da tenere in conto; se porta l’anima dove esisterà in eterno è da apprezzare.”. Venendo ad oggi Vittorino Andreoli nel suo libro “Una certa età” afferma: “in un mondo dove l’uomo crede di avere in mano il suo destino, corriamo un grande rischio: non ammettere che il filo rosso dell’esistenza si possa indebolire e spezzare e non comprendere gli aspetti positivi di ogni trasformazione a partire dalla bellezza di invecchiare”.
La vittoria dell’essere sull’apparire (Erich Fromm) rappresenterà la vera sfida per tutti noi in questo XXImo secolo? Ci riusciremo?